neinde - opificio culturale

La noia che riscalda

Sta nevicando dalla mie parti, molto. Là fuori c'è un freddo gelido come non ricordavo ormai da anni.
A stare in casa un po' per forza, oltre che mangiare dolci, mi viene naturale dare spazio ai pensieri. Quando hai finito le cose da sbrigare e il lavoro da fare, dopo che hai letto un libro, chattato, sentito gli amici, guardato che si dice sui social, visto la tv, ascoltato la tua musica preferita, provato una ricetta per la merenda, giocato a cose infantili con tuo marito, insomma la noia arriva.
Abbiamo dimenticato il valore della noia. Se stai fermo ad annoiarti sei out, rischi di perderti qualcosa di cool, di cui non puoi fare a meno. Mentre questo qualcosa corre da qualche parte per il mondo, non si può essere inerti.
Invece la noia può regalarti momenti sublimi di svacco totale, di ozio e disordine, di silenzio, di tempo prezioso per pensare. A volte la noia è triste ma si può vivere anche la tristezza come un passaggio per arrivare ad altro.
Persa in un attimo di noia, oggi ho guardato dalla finestra la neve e mi sono detta che sono proprio fortunata. Io, volendo, posso uscire e farmi un selfie bianco bianco. Tutto sommato il mio selfie è spensierato.
Quella spensieratezza è la stessa che ritrovo poi su facebook, mentre si consuma la diatriba tra chi adora i paesaggi imbiancati e scatta foto a manetta, e chi di quelle foto non ne può più. Chi scrive pensieri poetici e chi parole di estremo fastidio per le costrizioni della natura che non riusciamo a vincere.
Intanto nevica e su facebook ci sono anche appelli di persone bloccate in casa, con le condutture dell'acqua ghiacciate e senza possibilità di andare a fare la spesa. Avvisi di scuole chiuse e richieste di persone che hanno bisogno di cure. E ieri è morto un senzatetto per il freddo. Qui vicino, in città.
Critiche e polemiche su questa morte assurda. Eppure ci meravigliamo sempre troppo tardi. Ci stanno educando all'odio, all'offesa, all'egoismo tutti i giorni. Le parole della politica e della morale non fanno altro che urlare principi malevoli che dividono. Ci stanno abituando a guardare migliaia di bambini che muoiono sotto le bombe o in mezzo al mare e che, se si salvano, non piangono nemmeno più. Ci scanniamo tra di noi contro i diritti di altri e poi ci chiediamo come sia stato possibile che nessuno abbia aiutato quel ragazzo. La risposta è che Angelo, in mezzo a una strada, muore ogni volta che vi preoccupate più della sua razza che del perché sia morto. Angelo muore ogni volta che siete indifferenti, che giudicate senza conoscere, che negate il vostro aiuto a qualcuno in difficoltà. Angelo era già morto quando è arrivato il freddo.