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#neindefacose – Serie tv – Recensione “Only Murders in the Building” – Stagione 2

Col sorriso e l’impazienza di una bambina che sta per gustarsi il suo gelato preferito, ho guardato la tanto attesa seconda stagione di “Only Murders in the Building” , la serie tv creata da Steve Martin  e John Hoffman visibile su Disney+.

Dove eravamo rimasti.
Nella scena finale della prima stagione Charles (Steve Martin) e Oliver (Martin Short) ricevono un misterioso sms che li invita ad uscire subito dall’Arconia, il condominio dell'Upper West Side a Manhattan dove abitano. Cercano Mabel (Selena Gomez), tornata nel suo appartamento per prendere un’altra bottiglia di champagne e la trovano accanto al cadavere di Bunny Folger (Jayne Houdyshell), la perfida amministratrice di condominio.
Sipario. Fine prima stagione.

#neindefacose - Serie Tv – Recensione “Modern love” – Stagione 1

Ho finalmente ceduto all’insistenza dell’iconcina con la scritta “Modern Love” che continuava ad apparire sul televisore tra le prime proposte di visione delle serie tv a pagamento... così ho cliccato play per guardare.

“Modern Love” è una produzione originale di Amazon Prime Video ed è una serie tv antologica ideata da John Carney. Gli otto episodi della prima stagione sono indipendenti gli uni dagli altri e ci teletrasportano tutti direttamente nella Grande Mela, New York City, sia per l’ambientazione che per l’ispirazione delle storie. Ogni puntata è uno sguardo privilegiato su pezzi di vita altrui intimi e insieme universali. Ogni racconto prende forma dall’omonima rubrica settimanale del New York Times, diventata prima un podcast, poi un libro e ora una serie tv.

#neindefacose - Serie Tv - Recensione "Only Murders in the Building" - Stagione 1

In una di quelle classiche sere in cui ci si perde a cercare per ore qualcosa da guardare fra le infinite categorie e icone della tv a pagamento, ecco che spunta lei… la serie “Only Murders in the Building” e fra noi è subito amore.

“Only Murders in the Building” è una serie tv visibile su Disney+, creata da Steve Martin e John Hoffman. Gli episodi della prima stagione sono dieci e ognuno dura trenta minuti circa: una formula numerica ideale per non annoiare lo spettatore e per mantenere la giusta tensione.

#neindefacose - Serie Tv - Recensione "Hunters" Stagione 1

Ci sono cose che si possono raccontare infinite volte e in infiniti modi eppure non diventano mai scontate, mai ripetitive, mai inutili. Così è per la Shoah. Così è in Hunters, dove la Shoa è il punto fermo a cui si ritorna continuamente come un’onda sulla riva, attraverso i personaggi, gli intrecci, le parole.
 
Hunters è una serie di Amazon Prime Video ideata dall’esordiente David Weil e prodotta dal premio oscar Jordan Peele. La prima stagione si articola in dieci episodi, la seconda deve ancora arrivare. Molto probabilmente saranno cinque stagioni in tutto.

Cronache senza premeditazione - Genesi di una precaria cronica

Sono nata alla fine degli anni settanta.

it's a girlErano le 10.30 del primo sabato di luglio, in una clinica privata. Mio padre in fondo in fondo si aspettava un maschietto e mia sorella saltellava con mio cugino cantando “è nata la fratellina, è nata la fratellina!”. E venni al mondo io.



 

#neindefacose - Cinema - Recensione film "La dea Fortuna" di Ferzan Özpetek

Un po’ di anni fa, quando vivevo a Roma, mi è capitato di andare a casa di un’amica per festeggiare il suo compleanno. Era estate, faceva caldo e il sole stava per tramontare. A un certo punto, chiacchierando, la mia amica mi ha indicato un terrazzo di fronte e mi ha detto: “Guarda, lì abita Özpetek quello è il terrazzo di casa sua e quasi tutte le sere c’è una festa là fuori”.
Ho immaginato quelle sue feste come le scene dei suoi film, dove un terrazzo con delle gente che fa comunità c’è sempre o quasi. Un terrazzo pieno di fratellanza e di un’umanità che scompiglia ogni (pre)concetto di “normalità”.
 
È così anche nel film “La dea Fortuna”, uscito alla fine del 2019 ma che io ho visto solo adesso, giugno 2020, dal divano di casa mia attraverso il pay per view.

#neindefacose - Cinema - Recensione film "Figli" di Giuseppe Bonito

Quando vedo Paola Cortellesi o Valerio Mastandrea in tv è inevitabile che io mi fermi ad ascoltare e a guardare. Adoro la loro ironia, la loro stravagante e autentica capacità di interpretare ruoli e parole. Così, pochi giorni fa ho scoperto proprio da Valerio Mastandrea, mentre chiacchierava sul divano rosso di Serena Dandini alla trasmissione “Gli Stati Generali”, che a breve sarebbe uscito il film “Figli”, per la regia di Giuseppe Bonito. L'ho subito segnato sulla mia bella agendina 2020 e ho atteso, impaziente, il giorno X per andare a cinema.

Il film è tratto dall’ormai celebre monologo "I figli ti invecchiano", scritto per Valerio Mastandrea da Mattia Torre.
“Figli” sarebbe dovuto essere il terzo film di Mattia Torre, venuto a mancare da poco, vinto dalla malattia che proprio Valerio Mastandrea ha raccontato attraverso la fiction tv “La linea verticale”.

Sara (Paola Cortellesi) e suo marito Nicola (Valerio Mastandrea) hanno una dolcissima figlia di 6 anni che si chiama Anna, una casa, un lavoro, una tranquilla vita sociale.
Un bel giorno Sara scopre, inaspettatamente, di essere incinta. Dopo i primi attimi di panico, di disorientamento e di affannate rassicurazioni, irrompe la gioia del secondo figlio.
Il neonato Pietro, però, ben presto scoperchia il vaso di Pandora. Ogni tipo di equilibrio viene stravolto. Difetti, debolezze, difficoltà, contraddizioni, verità vengono man mano a galla e travolgono tutti, dalla coppia, alla sorellina Anna, ai nonni, agli amici.

Tempo di ispirazione e l'anno che verrà

Che sia una fine o un inizio lo sapremo poi, l’unica certezza di domani è che sarà cambiato l’anno sul calendario.
Oggi voglio contaminare il vecchio col nuovo e parlare dell’anno che verrà attraverso quello che è appena stato.
Vi racconto i miei semi di ispirazione.

#neindeleggecose - Libri - Recensione "Corpo felice" di Dacia Maraini - Rizzoli

Titolo: Corpo felice
Autore: Dacia Maraini
Editore: Rizzoli
Anno: 2018
Pagine: 237
Genere: saggio narrativo autobiografico
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Mi hanno sempre affascinata le donne dal vissuto denso, soprattutto se intellettuali o creative e Dacia Maraini, di certo, rientra a pieno titolo fra queste.
Ho iniziato a leggere questo suo libro attratta non solo dall’argomento ma anche dalla struttura narrativa che affiora dalla sinossi. Allo stesso tempo mi sono chiesta se avrei trovato, leggendo, qualcosa di già sentito, già detto, seppur detto bene, sul dolore materno e sulle donne.

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